BALBUZIE: cos’è

Erroneamente si pensa che la balbuzie si riduca al solo sintomo visibile, come la ripetizione, il prolungamento, l’esitazione o l’esplosione del suono, o lo spasmo muscolare, ecc…
In verità la balbuzie non è solo questo, anzi, il blocco verbale rappresenta solo la punta di un iceberg, ma ciò che mantiene e rafforza la balbuzie è tutto un substrato che coincide con il vissuto personale della persona che balbetta, che può influenzare l’impatto della difficoltà nell’eloquio sulle relazioni interpersonali, sull’ambito scolastico e lavorativo, sul benessere psicologico e la qualità di vita della persona che balbetta.

Cos'è la Balbuzie

In verità la balbuzie non è solo questo, anzi, il blocco verbale rappresenta solo la punta di un iceberg, ma ciò che mantiene e rafforza la balbuzie è tutto un substrato che coincide

con il vissuto personale della persona che balbetta che influenza il suo modo di parlare condizionando la qualità di vita e il benessere psicologico all’interno delle relazioni interpersonali, nell’ambito scolastico e lavorativo.

Tante sono le definizioni che, negli anni e dai diversi studiosi del campo, sono state utilizzate per descrivere il fenomeno della balbuzie. Dalla nostra esperienza personale e professionale possiamo definire la balbuzie come l’impossibilità da parte della persona di poter dire ciò che esattamente vorrebbe dire a causa di un blocco verbale, dovuto all’ irrigidimento dei muscoli degli organi fonatori, e spesso, ma non in tutti i casi, la persona percepisce che il blocco sta per verificarsi, già alcuni secondi prima, mostrando così un alto livello di consapevolezza.
La balbuzie è presente in tutte le culture e razze con una prevalenza del 2% su tutta la popolazione mondiale e riguarda per la maggior parte il genere maschile rispetto a quello femminile con un rapporto di 4:1. Negli ultimi anni, tuttavia, l’incidenza della balbuzie nel genere femminile sta aumentando; probabilmente questo può essere dovuto ai fattori culturali connessi ai nuovi e più impegnativi ruoli sociali della donna.
La balbuzie, nella maggior parte dei casi, insorge prima dei 5 anni ma la difficoltà di linguaggio prima dei 3–4 anni è molto diversa da quella che si presenta in seguito (5–6 anni) ed è ancora differente da quella che emerge in età adulta, perché diverse sono le strutture esterne (sociali e relazionali) ed interne (psicologiche e personali) che cambiano col trascorrere degli anni.

Le varie tipologie di Balbuzie

La balbuzie, nello specifico il sintomo visibile, si può classificare in diverse forme che fanno riferimento alla particolare configurazione del blocco, al suono che si manifesta nello sforzo articolare. Abbiamo:

  • la forma clonica, nella quale si verifica una ripetizione continua e intermittente della sillaba di solito a inizio parola o frase, è la forma più frequente con cui la balbuzie si manifesta in età infantile
  • la forma tonica, nella quale si verifica un arresto in particolare all’inizio della frase, o con prolungamento della sillaba o anche del fonema iniziale difficile da pronunciare e provoca sforzo e tensione muscolare
  • la forma mista è una delle forme più diffuse ed è caratterizzata dall’uso della forma sia clonica che tonica che rendono la comunicazione molto più difficoltosa a causa della presenza di interruzioni, esplosioni e ripetizioni
  • la forma palilalica, quando il soggetto ripete spasmodicamente una sillaba che non ha alcuna attinenza con le parole che ha intenzione di pronunciare
  • la forma latente è una forma particolarmente asintomatica, in cui pur non presentando segni e sintomi classici della balbuzie, la persona ha comunque la sensazione mentale del blocco, che riesce a mascherare ricorrendo a varie strategie.

Cause della balbuzie

“Perchè balbetto?”, “come mai mio figlio balbetta?”. E’ una domanda che spesso ci viene rivolta da adulti, ragazzi e genitori che si sono scontrati con questa difficoltà di comunicazione. Facendo riferimento alle ultime ricerche scientifiche in campo di balbuzie e dalla nostra esperienza possiamo affermare che non sia possibile determinare quale sia l’unico motivo per cui una persona balbetta. La Balbuzie è un fenomeno che non ha una causa singola ma potrebbe essere determinato a diversi livelli da fattori genetici, fisiologici, psicolinguistici, organici, psicologici, ambientali. Nonostante non si possa individuare una causa certa di ciò che provoca la balbuzie, è però possibile individuare quali siano i fattori

che ne permettono l’aggravarsi e grazie a questo poter strutturare un buon piano d’intervento basato sulla singola persona.

La balbuzie nei bambini

è caratterizzata per avere una natura ciclica: il bambino, come l’adulto non mostra le stesse difficoltà comunicative sempre, spesso cambiano da un periodo all’altro, anche in momenti diversi della stessa giornata, in base a situazioni e interlocutori diversi, in base ad emozioni differenti.

La Balbuzie nei Bambini

I primi sintomi della balbuzie infantile possono iniziare a manifestarsi già a partire dai due anni di età, proprio quando il linguaggio inizia a svilupparsi: la ricchezza degli stimoli

contenuti nell’ambiente, il desiderio di esplorare portano il bambino a domandare, a comunicare spesso, però, questo desiderio di comunicare non è supportato da effettive capacità comunicative. In questa fase di rodaggio è facile che il linguaggio del bambino presenti qualche difficoltà nella produzione di suoni. Nella maggior parte dei casi queste difficoltà linguistiche scompaiono spontaneamente dopo poco tempo, in altri casi, invece, permangono e con il passare del tempo possono rafforzarsi creando nel bambino maggiori difficoltà nel comunicare e socializzare. Spesso i genitori di bambini con balbuzie sono

preoccupati, spaventati, con mille sensi di colpa, disinformati. Il “non sapere cosa sia la balbuzie” e il “non saper cosa fare davanti ai blocchi” non permette di agire nel modo più

efficace, anzi spesso i genitori inconsapevolmente danno consigli che aggravano la situazione. Noi consigliamo di agire non appena il bambino inizia a presentare le prime difficoltà, ovvero in quella fase che viene definita balbuzie primaria o fisiologica che non presenta consapevolezza del bambino delle sue difficoltà. Nel momento in cui, invece, il bambino si mostra consapevole delle sue difficoltà utilizzando una serie di escamotage per nascondere il blocco come sinonimi, giri di parole, ecc. si sta passando ad una fase definita balbuzie secondaria. La balbuzie è, inoltre, caratterizzata per avere una natura ciclica: il bambino, come l’adulto non mostra le stesse difficoltà comunicative sempre, spesso cambiano da un periodo all’altro, anche in momenti diversi della stessa giornata, in base a situazioni e interlocutori diversi, in base ad emozioni differenti.

Il nostro per-corso rispetto alla balbuzie evolutiva si struttura fondamentalmente in base all’età del bambino e al suo livello di consapevolezza della difficoltà comunicativa. In entrambi i casi lavoriamo con la famiglia e con la scuola affinché il lavoro di rete possa garantire al bambino il massimo supporto e la massima efficacia dell’intervento.